Giorni e notti in mezzo al nulla

di Kyt Lyn Walken

British Columbia: un territorio sterminato e poco popoloso (appena poco più di 4 milioni di abitanti), che si affaccia sull’Oceano Pacifico.
Un ambiente naturale talmente meraviglioso da togliere il fiato, ma capace di trasformarsi in un attimo anche nel peggiore degli incubi.
Gennaio 2017. Stephane Boisvert, insegnante di Educazione Fisica, si reca a al Kicking Horse Mountain Resort, a circa sette chilometri a ovest di Golden, nel sud dello Stato.
E’ un appassionato di snowboard, e le recenti nevicate costituiscono una occasione imperdibile per rilassarsi e godere di uno scenario quasi incantato.
Il tempo trascorre in un turbinio di discese e di pace, finchè il trentacinquenne non si rende conto di essersi perso. Lontano dal farsi prendere dal panico, Boisvert si ferma, riflette, controlla attentamente la zona che si dispiega intorno a lui.
Intravede infine un ruscello che scorre verso valle, e decide di seguirlo. Il buon senso gli dice che così facendo potrà raggiungere un centro abitato, come spesso succede. Ma non in quel caso. Il corso dell’acqua, che Boisvert segue fedelmente, lo conduce infatti in una zona ancora più remota. Attorno a lui c’è solo silenzio, e altissime conifere.
Periodicamente Boisvert grida aiuto, o traccia la parola HELP sulla neve. Eppure nulla. La notte cala, e una buca nella neve, coperta da lui con rami di pino, è il meglio che possa organizzare per non aggravare l’ipotermia e il congelamento di cui sta già soffrendo.
Alcuni video che registra con il cellulare saranno la memoria di quei minuti, e ore, e poi giorni infernali.
Panico è il termine che ricorre più spesso.
Una squadra di ricerca riesce infine ad avvistarlo e a trarlo in salvo.
La gamba destra deve essere amputata, e anche il piede sinistro è seriamente compromesso dal congelamento.
Ma come lo stesso Boisvert dichiarerà poi ai giornali, le battaglie più difficili per lui non sono state il freddo, la fame, o l’isolamento, ma quelle mentali.
L’essersi allontanato immediamente dal luogo in cui si era perso è stato fatale, e ha seriamente reso ancora più arduo il lavoro delle squadre di Ricerca e Soccorso.
Boisvert sa tuttavia che quella esperienza, così spietata nei segni che ha lasciato sul suo corpo e sulla sua mente, non è stata priva di significato.

Ancora una volta, avere conoscenza e controllo di sé e della propria mente ci conduce alla corretta analisi del nostro status e dei rischi che possiamo correre. E Bivo, nella sua ricerca di costante supporto a tutte le vostre attività, porta avanti con convinzione e rispetto questa mentalità.

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