I Complete Food e l’Educazione Alimentare

I Complete food e l’educazione alimentare

L’educazione alimentare, intesa come condivisione della conoscenza di concetti basilari quali l’apporto calorico dei macronutrienti o dell’importanza di nutrirsi in modo equilibrato e bilanciato, dovrebbe essere insegnata fin dalla tenera età. Ma dato che la formazione permanente è diventata una delle caratteristiche salienti della nostra società, riprendere qualche semplice concetto di educazione alimentare non è mai sbagliato; come è giusto far riflettere le persone che usano indifferentemente i termini “alimentazione” e “nutrizione” sul fatto che sottendono concetti profondamente diversi. Sennò non ci sarebbero soggetti super-alimentati e contemporaneamente sotto-nutriti, come invece a volte purtroppo capita.

Da questi temi si tende spesso a scivolare sul discorso dieta, forse  perchè già da qualche anno anche in Italia più di una persona su tre è in sovrappeso, oppure obesa (vedere volendo i dati dell’organizzazione mondiale della sanità – OMS ). E il tema dieta, declinato in vari modi, è sempre un argomento di interesse ma che al contempo può scatenare molte polemiche tra i sostenitori delle diverse tipologie di dieta. 

Detto questo, sia noi che i nutrizionisti con cui collaboriamo, riteniamo che il regime alimentare basato sulla cosiddetta dieta mediterranea – patrimonio intangibile dell’umanità secondo l’Unesco –  rimanga sempre tra i migliori. Comunque suggeriamo a tutti coloro che voglio invece intraprendere una dieta finalizzata alla riduzione (o all’incremento) di peso che, prima di iniziare qualsiasi dieta, è buona norma parlare con un medico o biologo nutrizionista o almeno consultare il proprio medico di fiducia. I complete food per contro sono degli alimenti piuttosto recenti, e molti ancora non hanno le idee ben chiare su cosa siano. Alcuni li confondono con i pasti sostitutivi, ed in effetti possono certamente rimpiazzare uno o più pasti, anche se lo scopo non è necessariamente “dietetico”.

Diciamo che sono dei pasti sostitutivi di nuova generazione, nel senso che a differenza di quelli tradizionali, questi alimenti sono completi perché contengono tutti i macronutrienti (carboidrati, proteine, grassi e fibre) e tutti i micronutrienti (quindi vitamine, sali minerali): di solito hanno un profile aminoacidico completo e un basso indice glicemico. Tornando al tema dieta cominciamo con il dire che è sempre una questione di equilibri energetici.  Ma invece di parlare di KJoule, visto che si parla di energia ricavata dal cibo, parleremo ci chilocalorie (Kcal). Quindi con un evidente sforzo di semplificazione possiamo dire che è una questione di bilanciamento tra le Kcal che con l’alimentazione introduciamo nel nostro corpo e quelle che invece consumiamo per vivere.

Ciò che quotidianamente consumiamo lo possiamo per semplicità attribuire da un lato al metabolismo basale (MB), ovvero la quantità di energia che spendiamo a riposo) e dall’altro al dispendio energetico correlato al movimento. Il metabolismo basale è diverso da persona a persona, come diverso è il dispendio energetico legato al movimento, evidentemente correlato allo stile di vita più o meno attivo/sportivo oppure sedentario. Sempre con uno sforzo di semplificazione possiamo dire che le Kcal consumate dal nostro metabolismo basale, unite a quelle consumate per le attività fisiche, rappresentano il consumo energetico giornaliero.

Per mantenere inalterato il nostro peso dobbiamo trovare un quotidiano equilibrio tra le Kcal che assumiamo con cibo e bevande e quelle che spendiamo con il consumo energetico. Altro aspetto da considerare è che una persona in sovrappeso potrebbe avere il  MB leggermente pigro (che consuma poco a riposo) e quindi un regime dietetico si dovrebbe sempre preoccupare di non “impigrirlo” ulteriormente con un approccio eccessivamente ipocalorico. Ma supponiamo adesso che io sia troppo magro e voglia prendere un po’ di peso, diciamo un paio di chiletti: per accumulare peso dovrei introdurre più Kcal di quelle che consumo. 

Diciamo che decido di assumere 400 Kcal al giorno in più di quelle che mi servono. In un mese sarebbero circa 12.000 Kcal, che tradotte in peso corporeo corrisponderebbero a quasi 2 chilogrammi. 

Lo stesso ovviamente vale se i chili in parola li volessi perdere, con la differenze che le 400 Kcal non dovrebbero eccedere quelle ingerite ma l’esatto contrario. Dovrei consumare 400Kcal in più di quelle che ingerisco.

Posso ottenere questo risultato in diversi modi: 

  1. a) riduco di 400 le Kcal ingerite giornalmente  
  2. b) aumento di 400 Kcal il consumo quotidiano cambiando abitudi/stile di vita e cominciando a fare un po’ di attività motoria quotidianamente.
  3. c) riduco di 200 le Kcal assunte e parallelamente aumento in pari misura quelle consumate, magari inserendo nelle mie abitudini giornaliere una lunga passeggiata in un bel parco.

A questo punto un tool che ci aiuta a calcolare le calorie potrebbe essere di ausilio, come ad esempio il seguente: https://www.calculator.net/calorie-calculator.html

Il segreto per dimagrire e non riprendere poi velocemente i chilogrammi perduti è sempre quello di perdere peso molto lentamente (1 o 2 KG al mese) e di trovare un modello alimentare sostenibile nel lungo periodo, quindi scevro di troppe “rinunce e ristrettezze” che, anche sul piano psicologico, sono difficilmente sostenibili per periodi prolungati.

E I complete food cosa c’entrano? I complete food, tra cui Bivo che è il primo alimento completo made in Italy, possono aiutare a raggiungere l’obiettivo del peso forma, perchè contengono in modo bilanciato tutto ciò che serve al nostro organismo, e ci permettono di sapere esattamente quante calorie stiamo introducendo con ogni singolo pasto. Nel caso di Bivo le proporzioni nutrizionali sono quelle tipiche della dieta mediterranea (calcolate in percentuale rispetto al fabbisogno calorico), e l’apporto di lipidi e proteine è di completa derivazione vegetale. 

Ad esempio se prendiamo una busta di Bivo gusto vegetale (che fornisce 455 KCal) notiamo che 225,6 KCal derivano dai carboidrati (56,4 grammi x 4 KCal a grammo), 84 KCal derivano da proteine (21 grammi per 4 KCal a grammo) e 126 KCal derivano dai grassi (14 grammi per 9 KCal a grammo). Il totale fa però 435,6 KCal, e il lettore attento si potrebbe chiedere come mai non fa scopa con le 455KCal indicate in etichetta. Le calorie mancanti sono infatti fornite dai 9,2 grammi di fibre che, seppur contribuiscono con un modesto apporto calorico, sono fondamentali per favorire il transito intestinale ed il senso di sazietà gastrica.

Infine, il bilanciamento degli elementi nutrizionali di Bivo garantisce che non si corra il rischio di “addormentare” il proprio metabolismo basale, cosa che potrebbe capitare con una dieta eccessivamente  ipocalorica o magari non perfettamente bilanciata.