Intervista ad Andrea Favret

Andrea Favret è un appassionato di outdoor e sul suo blog “Ritorno alle origini” (https://ritornoao.wordpress.com/) ha una collezione di oltre 500 escursioni, ciascuna corredata con un album fotografico e una descrizione con i consigli per chi vuole portare a termine la stessa impresa.

D: Vorremmo innanzitutto sapere di cosa ti occupi quando non sei impegnato nel tuo hobby, il trekking ed in generale l’attività outdoor.

Andrea Favret: Quando non sono in montagna? Ma sono sempre in montagna! Scherzo naturalmente… Come lavoro sono nel campo della ristorazione e faccio il pizzaiolo. Attenzione perché la mia vocazione non è solo fare una buona pizza ma cercare di produrre il classico piatto nazionale andando alla ricerca di prodotti esclusivamente italiani e, ove possibile, biologici e a chilometro zero. L’impresa non è semplice però assieme al mio titolare, che lavorativamente parlando ha la mia stessa visione delle cose, piano piano ci stiamo riuscendo. Ci sono voluti grandi sforzi, come il trovare farine di tipo 1 da filiera italiana certificata e controllata, e ce ne vorranno ancora molti ma la cosa ci piace e ci da soddisfazione.
Naturalmente c’è anche la famiglia e questa è sicuramente la cosa più importante. Io sono friulano ma ora vivo in Veneto con la mia compagna Valentina e le sue due splendide ragazze, ormai lontano (rispetto a prima) dai monti. E’ una scelta che mi sta ripagando alla grande con emozioni incredibili. In più le donne di casa sono tutte amanti della montagna e quindi spesso posso condividere con loro la mia passione.

D: Scrivi che “il blog mi ha visto rinascere e m’ha fatto scoprire la montagna, quella che tanto amavo da bimbo e che quasi m’ero dimenticato che esistesse.” Ti va di farci capire cosa c’è dietro questa frase?

Andrea Favret: Questa è una frase molto personale. Estremamente personale. Dietro c’è una vita spericolata e un matrimonio andato male. La montagna è stata quasi un àncora di salvezza per la mia persona e da àncora s’è trasformata in folle passione. Magari, chissà, un giorno lo racconterò a qualcuno di curioso perché la cosa è decisamente molto lunga e l’unica fino ad oggi che ha avuto la pazienza di ascoltarmi è stata Valentina!

D: Nel tuo blog sono elencate oltre 500 escursioni che hai compiuto dal 2012 ad oggi (complimenti!) ci spieghi cosa ti spinge a raccontarle tutte fornendo così una montagna di informazioni gratuite a tutti gli appassionati di montagna?

Andrea Favret: Dovrei spiegare il perché del blog e lo faccio volentieri. In realtà questo è nato principalmente per me, è una sorta di diario delle mie uscite ma reso pubblico. L’intenzione era quella di ricordare a me cosa avevo fatto e di ricordarlo anche con foto che se no sarebbero rimaste in un hard-disk. Così invece spesso apro un link e mi rivedo 4 anni fa, con i capelli lunghi, la faccia stanca di una salita, il panorama mozzafiato di quel giorno.
Poi nel tempo il blog è cresciuto sia di articoli che di visualizzazioni, come se fosse maturato, mantenendo però la sua struttura principale di diario. Infatti le uscite sono elencate solo in senso temporale, non c’è altro modo per cercarle se non scorrendo dall’alto in basso, di anno in anno, sempre che non si inserisca una parola chiave nella stringa di ricerca. Potrei fare in modo di scegliere come visualizzare i vari post, ad esempio per tipologia fra escursioni o arrampicata o chissà che altro, oppure per difficoltà, ma allora “Ritorno Alle Origini” perderebbe la sua struttura e diventerebbe un sito e non più un blog.
Posso comunque dire che avere 120.000 pagine visitate all’anno (dato 2017) mi fa comunque un enorme piacere, soprattutto perché non indicizzo nulla e faccio tutto solo per passione. Un bel risultato per un diario.

D: Tra le oltre 500 escursioni in lista immagino sia difficile sceglierne una, ma, sforzandoti, riesci a dirci quella di cui il ricordo più ti emoziona?

Andrea Favret: Faccio veramente fatica a decidere. Ogni escursione, uscita con gli sci, arrampicata o trekking mi ha lasciato un’emozione, grande o piccola. Ne vorrei citare più d’una, anche perché dovrei ricordare più persone che se non avessi incontrato non avrei mai fatto quello che ho fatto! Partendo da Tony che mi ha fatto allargare gli orizzonti, passando per Fulvio con il quale c’è stata da subito la fiducia di mettere in mano la propria vita all’altro, ricordando Michele l’amico di sempre, Marco, Stefano, Fabrizio… ogni volta è stata un’emozione.
Però se proprio dovessi scegliere un’uscita direi la salita invernale al Cimon del Cavallo nel 2014 in solitaria. C’era tantissima neve quell’anno e le condizioni erano quasi sempre pessime ed in più la cima risente molto del clima della pianura perché si staglia proprio di fronte a essa, anche se si erge per oltre 2000 metri. Riuscii ad azzeccare forse l’unico giorno buono prima dello scadere dell’inverno: era il 17 marzo e mia madre compiva 60 anni. Con un bel po’ di incoscienza salii per la cresta Sud, dove non passa alcun sentiero, ma era la via più logica da fare con picca e ramponi. Ce la feci e tornai a casa che erano le 11:45 del mattino, giusto in tempo per il pranzo. Non ebbi il coraggio di raccontarlo a nessuno dei commensali, ma telefonai a Nicola, amico e forte alpinista che aveva tentato proprio quell’anno di salire la cima ma senza trovare le condizioni adatte, per dirgli della riuscita. Non so ancora come feci a salire ne tanto meno a scendere. Mi do ancora del pazzo, le emozioni furono tante e resterà un’impresa che sicuramente non ripeterò mai più.

D: La domanda successiva non può che essere sulla tua prossima escursione. Raccontaci cosa hai in programma per i prossimi mesi…

Andrea Favret: Andare ad Arco a fare qualche via di roccia e magari portarci Alice, la più piccola della famiglia. Poi chissà, magari qualche sciata, sicuramente delle belle escursioni, un po’ di falesia per essere pronto la prossima estate; ma sicuramente allenarmi per salire il Bianco ad agosto. L’anno scorso con Fulvio e Marco siamo stati sul Rosa e abbiamo scoperto le Alpi occidentali. Una folgorazione! Ora in progetto c’è la cima più alta d’Italia. Speriamo di portarlo a termine.

D:  La nostra ultima domanda non può che essere su Bivo. Tu, che hai avuto modo di assaggiarlo, lo consiglieresti ad altri? E se sì, perchè?

Andrea Favret: Come ben sapete l’ho provato e riprovato. Ora non lo provo più ma lo uso. Posso solo ricordare le mie prime impressioni che sono quelle che ancora maggiormente apprezzo: sazietà e leggerezza. Queste due cose sono le principali per chi va in montagna. I valori nutrizionali sono ottimi, gli ingredienti naturali e italiani, la digeribilità incredibile. Forse il gusto all’inizio non è quello che ci si aspetta ma dalla terza busta personalmente ho cominciato ad apprezzare anche quello. Inoltre la trasportabilità e la facilità d’utilizzo, cosa essenziale soprattutto per eliminare peso e non avere problemi in bivacco o tenda. Credo che tutto questo sia già più che sufficiente per consigliarlo. Beh… direi che è tutto, no!?!? Ora parto per un giretto in montagna perché m’avete fatto venire voglia d’andare! Ciaooo

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