Intervista a Francesco Majno di Crickè

Francesco Majno (a sinistra nella foto), che ringraziamo per la disponibilità, è co-fondatore di Crickè e ha risposto ad alcune nostre domande che riguardano l’avventura di quella che è certamente una delle più interessanti startup italiane nel mondo dell’innovazione alimentare. Per scoprire di più su questa intrigante realtà, visita il sito https://www.crickefood.com/

D: Buongiorno Francesco e grazie per averci concesso qualche minuto del tuo tempo per rispondere a queste brevi domande. Crediamo che Crickè sia un’azienda che ha delle basi e dei valori simili a quelli di Bivo, e per questo motivo ci fa molto piacere poter conoscere meglio il vostro progetto. Raccontaci qualcosa di te, della tua formazione e delle tue esperienze professionali precedenti a Crickè.
Francesco: Dopo essermi laureato in Communication Design al Politecnico di Milano, ho lavorato come information designer prima nello studio milanese Accurat poi come freelance. Dalla data visualization alla progettazione a impatto sociale, da Milano a Torino, il secondo capitolo della mia vita professionale è stato SocialFare – Centre for Social Innovation. A Torino si è anche creato quel gruppo di amici con cui lanciare il progetto di Crické – poi diventata società a Londra.

D: Come è nata l’idea di Crickè? Ci sono degli episodi che ricordi con particolare piacere quando pensi alla nascita della vostra avventura?
Francesco: Il progetto nasce da chiacchiere tra amici al parco Sempione di Milano. Edoardo ed io ci troviamo a riflettere su come sia possibile che più di due miliardi di persone nel mondo mangino abitualmente gli insetti, mentre, per noi in Occidente, questo rimane ancora un tabù alimentare. L’argomento ci affascina perché tocca tantissimi temi: cultura alimentare, nutrizione, sostenibilità ambientale, economia circolare… Leggendo il documento della FAO Edible Insects-Future prospects for food and feed security scopriamo come gli insetti siano un alimento eccezionale a bassissimo impatto ambientale. Ci divertiamo allora a immaginare come riuscire ad allargare questa culturale alimentare anche all’Occidente. Ne nascono le Crickelle – cracker con farina di grillo, che conquistano velocemente l’approvazione delle tantissime persone con cui entriamo in contatto organizzando eventi a tema. Tra gli episodi che ricordo con maggiore piacere ci sono sicuramente la nostra partecipazione a Terra Madre e il Salone del Gusto di Torino 2016 e la Maker Faire di Roma 2017. La fortissima curiosità e l’enorme entusiasmo di centinaia di persone per i nostri prodotti gli hanno trasformati in momenti davvero unici!

D: Cosa vi ha maggiormente affascinato dei grilli in particolare? Pensate di allargare il perimetro della vostra attività coinvolgendo altri insetti oppure vi focalizzerete sempre sui grilli?
Francesco: I grilli sono un alimento unico per tre motivi differenti. Sono estremamente nutrienti con un ottimo bilanciamento tra macronutrienti e un elevato contenuto di proteine – fino al 70% a peso secco, vitamine (B12) e minerali (ferro, potassio, calcio e magnesio). Se trasformate in farina si rivelano un ingrediente estremamente versatile che può essere usato per preparazioni dolci che salate. Dall’accostamento con farina di grano tenero e sesamo tostato nascono le Crickelle – cracker con farina di grillo; farina di avena e miele per i frollini di Crické, farina di ceci e rosmarino per le chips – croccanti e irresistibili! Terzo motivo (non in ordine d’importanza) è la sostenibilità ambientale. Allevare grilli richiede una frazione irrisoria delle risorse naturali necessarie per produrre la carne. Acqua, terre, mangine, emissioni di gas serra ridotte di 100 volte. Qui trovate un ampio approfondimento. Per ora ci focalizziamo solo sui grilli, ma in futuro ci piacerebbe sperimentare con le camole della farina e i sago worm.

D: Immaginiamo che occuparsi di un tema così innovativo non sia facile nemmeno da un punto di vista burocratico. Raccontaci un po’ quali sono state le difficoltà incontrate, in Italia in particolare ma non solo, e come siete riusciti a superarle.
Francesco: Avendo aperto la società in Inghilterra le maggiori difficoltà a dire il vero le abbiamo riscontrate qui. Il problema maggiore è dato dalla difficoltà nel rintracciare qual è l’inquadramento normativo di riferimento quando si tratta di un prodotto così innovativo. Ci troviamo inoltre in un periodo di transizione tra il vecchio e il nuovo regolamento Europeo sull’argomento novel food e questo collabora a complicare il tutto. Il segreto è avere pazienza, essere sicuri delle proprie motivazioni ed esporle con estrema chiarezza.

D: Quali sono i vostri progetti futuri? Immaginiamo abbiate un sacco di cose in mente, potete svelarci qualche dettaglio di dove vedete Crickè nel futuro?
Francesco: In Europa un vero e proprio test di mercato sull’apprezzamento e la comprensione dei consumatori per questi nuovi prodotti ancora non c’è stato. Il lancio di prodotti alimentari a base di insetti in più di 300 supermercati spagnoli di Carrefour sarò il primo vero banco di prova. E anche per noi la risposta che ci sarà determinante. Il nostro obiettivo è quello di consolidare il successo del primo prodotto, le Crickelle, per poi lanciare la pasta e i biscotti con farina di grillo. I cracker sono un snack pensato per un pubblico ampio, dai curiosi agli entusiasti, dagli sportivi ai golosi; con gli altri prodotti vorremmo invece costruire una narrazione più su misura. Il nostro sforzo attuale sta nell’immaginare forme di comunicazione sempre più efficaci che riescano a lavorare contemporaneamente su più livelli. Come detto, gli insetti come nuovo cibo in Occidente toccano un gran numero di temi e l’interesse delle persone è mosso prima dalla curiosità, poi dal desiderio di approfondire. Ogni volta che un nuovo prodotto alimentare è entrato in un mercato, la vera sfida è stata – una volta superato la diffidenza iniziale – come presentarlo per renderlo parte integrante della dieta e non una moda passeggera. Pomodori, patate, caffé, cacao sono stati per noi dei novel food. E direi che ce l’hanno fatta!