La giornata mondiale dell’acqua

Oggi è il 22 Marzo: la giornata mondiale dell’acqua. Una giornata istituita dalle Nazioni Unite nel 1993 per evidenziare l’importanza di questa preziosa risorsa e la necessità di preservarla e renderla accessibile a tutti nel Mondo.

Quante volte da piccoli vi avranno ripetuto: “chiudi il rubinetto, non sprecare l’acqua inutilmente”. Questa semplice frase nasconde tuttavia un’immensa saggezza: l’acqua è infatti una risorsa preziosissima per l’uomo e per il pianeta in cui viviamo. Tuttavia questa buona abitudine, che certamente da piccini osservavamo con cieca fiducia, non è un caposaldo della società moderna.

Come sempre nel nostro blog, iniziamo a snocciolare qualche numero per renderci conto delle proporzioni del problema. A livello mondiale il 70% dell’acqua dolce viene utilizzato nell’agricoltura, il 22% nell’industria e appena l’8% per usi domestici. Se questa ripartizione vi sembra esagerata pensate che a livello nazionale la quota di acqua destinata all’uso agricolo sale all’89%.

Qualcuno potrebbe pensare a questo punto che chiudere il rubinetto del nostro lavandino, alla fin fine, sia quasi ininfluente. Naturalmente non è così perché in questa battaglia agli sprechi del cosiddetto oro blu ognuno deve fare la sua parte ed anche la buona abitudine di chiudere il rubinetto dell’acqua mentre ci si lava i denti può essere decisiva. Ma le buone piccole abitudine possono non essere sufficienti. Torniamo ai numeri…

L’acqua ad uso agricolo viene utilizzata in parte per la coltivazione di frutta, verdura e cereali destinati alle nostre dispense e alle nostre tavole e in parte per la coltivazione di cibo per gli animali da allevamento. Questo fa sì che una dieta ricca di carne comporti un consumo idrico giornaliero pro-capite di 4.000-5.000 litri contro i 1.500-2.500 di chi segue una dieta vegetariana (e addirittura i 1.000 di chi segue una dieta vegana). Una differenza non da poco, vero? La riduzione del consumo di carne quindi, al di là delle questioni etiche, dei comprovati effetti benefici sull’organismo e della riduzione delle emissioni di CO2 dovuti alle flatulenze del bestiame (argomento trattato in questo e in questo articolo del blog), comporta anche una notevole riduzione di consumo idrico. Questi dati inoltre ci fanno capire come lo spreco alimentare (argomento trattato in  questo articolo del blog) comporti non solo uno spreco di risorse specificatamente alimentari ma anche idriche. Facendo un calcolo immediato, quando buttate nella spazzatura una bistecca rimasta in frigo troppo a lungo pensate che per produrre un chilo di carne si stima siano necessari tra i 5.000 e i 20.000 litri di acqua. Vale a dire che è come se buttaste nella spazzatura l’acqua contenuta in 33 vasche da bagno (nell’ipotesi che bastino “appena” 5.000 litri d’acqua per produrre un chilo di carne). Ai nostri bambini va insegnato perciò che non è solo importante chiudere il rubinetto dell’acqua ma anche non sprecare il cibo perché la produzione di qualsiasi cibo è ottenuta grazie all’utilizzo di ingenti risorse idriche.

Ma se questi piccole accortezze domestiche possono, a lungo periodo e su larga scala, essere decisive per la salvaguardia della Terra è indubbio che tecniche e politiche per la preservazione dell’acqua siano necessarie e urgenti. Ad oggi circa l’80% delle acque reflue che scorrono nelle nostre case o negli impianti industriali non viene ri-utilizzata in nessuna maniera. Eppure l’acqua delle nostre case o delle aziende, trattata con le giuste tecniche, potrebbe contribuire all’irrigazione dei campi o ad altri scopi.

Che sia impossibile da un punto di vista tecnico? No, non è affatto così: ecco un esempio, forse il più famoso, sull’argomento. Le aziende cittadine di Kalundborg, che si trova nei pressi di Copenhagen, hanno creato un sistema di simbiosi industriale nel quale l’acqua di scarto di un’azienda viene utilizzata come risorsa per un’altra portando da un lato le aziende a risparmiare dal punto di vista economico e dall’altro, aspetto più interessante, generando un circolo chiuso che azzera gli sprechi e porta a risparmiare circa 4 milioni di metri cubi d’acqua all’anno. A Kalundborg insomma sono riusciti a chiudere molti rubinetti d’acqua… Sarebbe il caso di cominciare a farlo anche noi con politiche nazionali ed europee che incentivino le aziende ad adottare questi sistemi virtuosi.

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I dati citati da questo articolo sono tratti dal Food Sustainability Index elaborato dal Barilla Center for Food and Nutrition.