La pausa pranzo da incubo di Marco

“Oggi è l’ultimo giorno utile per consegnare quel diavolo di progetto per l’azienda di Rimini. Che ore sono? Già mezzogiorno?!? Non ce la farò mai a finire! Mi sa che salto il pranzo e tengo duro fino a sera.” Marco pensava davvero stare a digiuno fino a cena era la scelta migliore. Alla fine, che alternative aveva? Doveva stare inchiodato alla scrivania fino a tarda sera, perché in giornata il progetto per la Valvole&Valvole doveva essere terminato. Questa volta, il cliente non avrebbe accettato un altro ritardo nella consegna.

“Dai Marco, vieni con me al baretto all’angolo, che ci riposiamo un po’ facendo due chiacchere…basta con il lavoro, è ora di pranzo!”. Era Stefano, come sempre di buon umore.

In effetti ormai era l’una e Marco aveva perfettamente realizzato che senza mangiare tra un paio d’ore sarebbe crollato e sarebbe finito col prendere tre o quattro di quelle schifezze al cioccolato dalla macchinetta dell’ufficio; per poi stare male una volta uscito dall’ufficio come era successo la settimana prima.

Fuori la pioggia era aumentata e il vento era di un freddo mai visto. “Manco in Siberia, ma cosa sta succedendo al clima? La settimana scorsa era caldo e ora si congela!”. “Dicono sia il Burian, che viene proprio dalla Siberia… Ma smettila di lamentarti sempre! E comunque si sa che il clima cambierà sempre di più… Quindi abituiamoci e basta, non possiamo farci nulla!”.

Marco sapeva che Stefano aveva ragione rispetto al suo carattere: lamentarsi era sempre stato un suo difetto, soprattutto quando era sotto pressione con il lavoro. Per fortuna adesso aveva un’ora di tempo per rilassarsi un po’, al baretto all’angolo. Sul fatto che non ci fosse nulla da fare per fermare il cambiamento climatico invece non era d’accordo, perché aveva letto che cambiando certe abitudini il cambiamento climatico potrebbe essere mitigato, ma come sempre preferiva non dire nulla per evitare inutili discussioni.

Arrivati al bar era subito evidente una cosa però: prima di poter mangiare avrebbero dovuto aspettare… Una fila pazzesca anche solo per sedersi! Dopo qualche minuto in piedi si era liberato un piccolo tavolo tondo, di quelli dove normalmente si beve il caffè. Così Marco e Stefano potevano sedersi, anche se si stava scomodi.

“Menù del giorno: pasta al ragù di primo e cotoletta con patatine fritte di secondo, va bene?”. Entrambi avevano così tanta fame che non erano nemmeno interessati a sapere il resto, tanto in quel posto le cose erano sempre le stesse e la qualità non è che fosse al primo posto.

La pasta era scotta, con un ragù di dubbia provenienza. “Ho capito che c’è tanta gente, ma mio cugino di dodici anni cucina meglio di questo chef!” Era anche vero che in zona tutti i posti erano simili e per andare in un ristorante decente in cui mangiare avrebbero dovuto prendere l’auto e di certo il buono pasto giornaliero non sarebbe stato sufficiente. A causa del poco tempo a disposizione in pausa pranzo, finivano sempre al baretto, quasi tutti i santi giorni.

La cotoletta era un po’ meglio, anche se collosa e troppo unta. “Di nuovo carne…avrei dovuto prendere un’insalata, ma poi avrei avuto fame nel resto del pomeriggio…sicuramente mi resterà sullo stomaco, però almeno mi sono riempito tra cotoletta e patatine fritte”.

Nonostante avessero provato a mangiare in fretta, erano passati già oltre trenta minuti.

Dopo aver preso un caffè al volo, si ritrovano ad aspettare altri cinque minuti alla cassa, facendo di nuovo la fila, questa volta per pagare.

“Che palle! Ho mangiato male, in fretta e in un posto scomodo… Ho pure pagato 11 Euro! E adesso mi sento più stanco e nervoso di prima… Invece di rilassarmi venire qui a mangiare mi ha stressato ulteriormente! E ora devo pure correre in ufficio per finire il lavoro… Alla fine però che ci posso fare… O non mangiavo proprio oppure cosa avrei potuto fare? Non avevo alternative!”

Eh no, caro Marco… L’alternativa c’è e si chiama Bivo!

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