SOLA NELLA GIUNGLA – La storia di Julian Koepcke

SOLA NELLA GIUNGLA

La storia di Julian Koepcke

di Kyt Lyn Walken

E’ il 24 Dicembre del 1971 quando l’allora diciassettenne Julian Koepcke, nata a Lima da genitori tedeschi, entrambi zoologi, si imbarca con la madre sul volo LANSA Lockheed L-188 Electra OB-R-941 diretto a Pucallpa, in Peru. Stanno raggiungendo il padre che si trova attualmente lì, ma che sconsiglia loro di prendere proprio quella compagnia, la Líneas Aéreas Nacionales S.A., che nel giro di soli quattro anni aveva subito già due gravi incidenti aerei (uno nel 1966 e uno nel 1970), causando la perdita della vita di rispettivamente 49 e 101 persone. Ma è quasi Natale oramai. E tutti si affrettano ad aggiudicarsi gli ultimi posti disponibili per raggiungere i propri cari o per tornare semplicemente a casa.

Julian vuole seguire le orme dei genitori, e non è spaventata dalla prospettiva di passare gran parte della sua vita nel bel mezzo della giungla: d’altronde, a quattordici anni, la famiglia Koepcke si era stabilita in un sito di ricerca fondato nel 1968 a Panguana: 10 km2 di pura, inospitabile ma affascinante foresta amazzonica. La giovanissima Julian non si lascia intimidire dalle difficoltà dell’ambiente, dall’esuberante crudeltà della vegetazione, non fatta per la presenza dell’uomo, e da una fauna impossibile da domare. Anzi. Le accetta e ne rimane entusiasta, e fa prezioso tesoro degli insegnamenti del padre, che le insegna i primi rudimenti delle tecniche di sopravvivenza. 

Non c’è traccia di ostiltà, pensa Julian: solo una convivenza che deve essere necessariamente basata sul rispetto.

Chissà, se a bordo del volo LANSA Julian sta pensando a questo, mentre sorvola spazi immensi che ha già imparato ad amare. 

Ma c’è una tormenta improvvisa, e il piccolo velivolo inizia a sussultare.

Poi arriva un fulmine. Il Lockheed è a 3000 metri di altitudine, e l’impatto è atroce: si disintegra prima ancora di raggiungere il suolo. 

Julian, atterra nella giungla ancora sul suo sedile, ancora stretta dalla cintura di sicurezza. Cerca la madre, ma l’urto l’ha scaraventata lontano. Morirà di lì a poco per le ferite riportate.

Tutti gli altri sono sparpagliati nella giungla. 91 persone.

Mi permetto di raccontarvi questa storia, da questo punto in poi, con estrema aderenza ai fatti. Sarebbe assurdo pensare che Julian fosse una piccola Rambo dotata di skill eccezionali ma totalmente priva di umanità. Come la stessa ha raccontato, il primo pensiero è stato infatti quello di cercare disperatamente la madre. Poi di raccogliere tutto il cibo nascosto tra i rottami – principalmente dolciumi, forse per via del periodo natalizio? – quindi, di sopravvivere.

Si addormenta tra i resti del velivolo e cerca tenacemente di sostituire la disperazione con la determinazione a uscire da quella situazione;  pensa agli insegnamenti del padre e nei successivi otto giorni, nonostante una frattura alla clavicola – ben poca cosa, per un incidente aereo! – segue la corrente del  primo fiume: il decimo giorno trova finalmente una barca da cui estrae il carburante per disinfettarsi le ferite dalle larve che le sono cresciuti sotto l’epidermide. Il giorno successivo un gruppo di pescatori la avvista e trae in salvo. Un resoconto facile da rievocare, eppure denso di fatica. Attraversare uno scenario così intricato, aggirare problemi non è cosa da tutti, figuriamoci per una esile ragazzina.

La vicenda di Julian Koepcke, complice anche la giovanissima età della protagonista, ha senza dubbio dell’incredibile. Molti sono i film e i documentari realizzati sulla sua vita. 

Ho avuto incubi per molto tempo, per anni, e ovviamente il dolore per la morte di mia madre e quella delle altre persone è tornato ancora e ancora. Il pensiero – Perché ero l’unico sopravvissuto? – mi perseguita. Lo farà sempre.” Julian Koepcke, 2010

La capacità di reagire, accompagnata da solide conoscenze che aveva fatto proprie, le hanno permesso di sopravvivere, garantendole la salvezza ma rimanendo anche conficcate come chiodi nel suo cervello.

L’intento di BIVO è, in primis, quello di capire. Cosa vi serve, perchè vi serve. Quali sono i vostri obiettivi, cosa temete di più. Solo in questo modo BIVO può essere con voi, sempre e dovunque.

POSTFAZIONE: Bivo, nella ricerca continua di apportare migliorie ai prodotti offerti, non dimentica le lezioni del passato, ma ne fa tesoro per provvedere alla creazione di un prodotto nutriente e leggero allo stesso tempo, facile da portare sempre con sè.

Clicca sul pulsante qui sotto se vuoi provare Bivo e scoprire tutte le promozioni in corso. Inserendo il codice sconto “kytwalken” avrai diritto al 10% di sconto nello shop.

New call-to-action