Sopravvissuta al deserto americano

di Kyt Lyn Walken

Le situazioni di emergenza spesso scaturiscono da una valutazione erronea dei rischi.
O, ancor peggio, dall’assenza di un calcolo vero e proprio di essi.
Un atteggiamento di noncuranza spesso può tramutarsi nel preludio di un disastro, e ci può cogliere indifesi proprio quando non ce lo aspettiamo affatto.
Scaraventati faccia a faccia con la morte, siamo costretti a lottare con i mezzi che abbiamo.
Magari pensando a quello che avremmo potuto avere con noi – in termini di attrezzatura, di competenze, ma anche di semplicemente buon senso.
E’ il caso di questa storia.
Una donna di cinquantatre anni sta percorrendo una statale a circa 100 km da Phoenix. Sta piovendo, e la donna non è evidentemente abituata a guidare in tali condizioni.
La strada è sdrucciolevole, e la 53enne se ne rende conto troppo tardi. Un secondo dopo perde il controllo del veicolo, sfonda il guard rail e compie un volo quasi fatale.
Quindici, infiniti metri più sotto, in una scarpata che la inghiotte.
Atterra su un albero di Mesquite, che ho personalmente visto in Texas.
Sono una variante dell’Acacia, e hanno fusti e fronde molto resistenti.
La presenza dell’albero la salva, e la donna, con ferite alla testa, costole rotte e una spalla dislocata, trascorre i primi giorni nei rottami, senza alcuna forza.
Ma si fa coraggio. Pensa. Si issa con fatica fuori dall’abitacolo accartocciato e si mette in cammino verso la ferrovia. Strappa erba e se ne ciba per riacquistare le forze. Non è tuttavia sufficiente.
Cade, collassa dopo cinquecento metri nel letto secco di un fiume.
Il 18 ottobre un allevatore e un operatore della manutenzione autostradale, impegnati nella ricerca di una vacca scappata, notano il guard rail sfondato, e si fanno strada con fatica verso il veicolo.
Anche in questo caso, come in quello di Foggerdy nel deserto australiano, la lettura delle impronte lasciate dalla donna è stato determinante per la sua salvezza.
Laddove il calcolo dei rischi era risultato inesistente, sfociando in un disastro, la tenacia di sopravvivere della donna, unita alla prontezza dei due animi, hanno condotto ad un lieto fine.
Calcolo dei rischi, valutazione dei pericoli, preparazione: le fasi che precedono ogni impresa sono spesso quelle essenziali.
Applicare questa mentalità nella vita di tutti i giorni può essere un aiuto estremamente efficace, soprattutto quando dobbiamo affrontare l’imprevisto.
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